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Il riformatore del mondo

Il riformatore del mondo

debutto dicembre 2022

 

 

(lo spettacolo nei mesi gennaio e febbraio 2023 è stato rappresentato al Teatro della Pergola di Firenze e al Teatro Argentina di Roma insieme allo spettacolo "Minetti. Ritratto di un artista da vecchio" nell'ambito del progetto "Interno Bernhard")

 

Thomas Bernhard, è senza dubbio uno degli autori più importanti di fine ‘900. Romanziere e drammaturgo, di valore non inferiore a grandi autori quali Skakespeare, Cechov e Beckett, ha consegnato ai lettori ed al pubblico teatrale, oltre a testi memorabili, un universo di personaggi emblematici e indimenticabili. Tra questi figura senza dubbio il protagonista de Il Riformatore del mondo, una sorta di antieroe misantropo e raggelante, che dal profondo della sua casa/bunker, disprezza il mondo e i suoi ignobili abitanti. A fargli compagnia, una sorta di Clov in gonnella di beckettiana memoria, che lo accudisce e gli permette di non sprofondare nel silenzio e nel gelo definitivo. La porta si aprirà soltanto nella scena conclusiva e lascerà entrare un universo di personaggi evidentemente fasulli, grotteschi, che sembrano essere null'altro che attori scritturati per prendere parte al feroce teatrino del protagonista.

Tutte le volte che ho letto un romanzo, un racconto, un testo di teatro, o anche soltanto osservato una sua foto, con quella sua figura slanciata e fasciata in un abito nero, Thomas Bernhard, mi ha dato sempre la sensazione di essere qualcuno da cui è meglio stare alla larga. Bernhard è di pessimo umore, mi ritrovo a pensare. è un osso duro, e non fa nulla per nasconderlo. La sua prosa non permette al lettore di bluffare, è l'esatto opposto di quegli autori che leggendoli ti puoi distrarre tanto poi recuperi, ecco, con Bernhard non lo puoi fare, se l'attenzione ti salta, se per un attimo la pigrizia prende il sopravvento, lui ti volta le spalle e basta. 

Quello che c'è di sensazionale nella sua scrittura è che i suoi personaggi, di sicuro quelli presenti ne Il Riformatore del Mondo, non sembrano affatto allontanarsi da questo, anzi sembrano essere l'incarnazione della sensazione di cui dicevo sopra. Questi personaggi, senza dubbio tra i più iconici nella drammaturgia della seconda metà del '900, non fanno assolutamente nulla per essere amati: il loro prepotente flusso verbale non lascia spazio al dialogo; la vocazione distruttiva nei confronti di ogni cosa o persona li circondi, non può che produrre una feroce e agognata solitudine. In poche parole, non sembra per loro esserci risarcimento possibile davanti alla beffa dell'esistenza.

«Ogni viaggio è un vero martirio, con tutta la fatica che mi sobbarco forse ci vorrebbe un posticino ben soleggiato, ma io odio il sole. Un posto all’ombra, ma odio anche l’ombra. E poi mi annoio terribilmente, al mare mi viene mal di stomaco, le grandi città non le sopporto, in campagna è tutto così monotono. Quando sono a Parigi non so cosa darei per essere a Londra, se sono a Londra vorrei essere in Sicilia”. Queste parole ce le lancia addosso come pietre il protagonista de Il  Riformatore del Mondo.

Andrea Baracco

CLIP VIDEO

foto di scena