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simposio

Compagnia Mauri Sturno

- la scuola del teatro -

  

presenta

“Simposio”

di Platone

adattamento e regia Adriana Romano

con (in o.a.)

 Maurizio Casté, Antonio Mastellone, Paolo Orlandelli

Simposio racconta di un banchetto, in una serata ateniese del 416 a.C., a casa di Agatone, importante tragediografo che festeggia la sua vittoria al concorso tragico delle Lenee; fra gli ospiti sono presenti le più brillanti personalità del periodo: Fedro retore, Pausania “sociologo” e antropologo, Erissimaco medico, Aristofane commediografo, Socratefilosofo, Alcibiade politico e consigliere militare. Tema della serata è l’amore e i convitati si sfideranno per tenere il discorso più bello in onore di Heros, il Dio dell’Amore.

“Il Simposio di Platone (scritto intorno al 380 a.C.) è da molti considerato una delle più belle conversazioni della letteratura occidentale, e, se esiste nella nostra civiltà il testo sull’amore cui ogni testo successivo non può che ricondursi, questo è il Simposio.

Giunto quasi alla metà del suo terzo millennio di vita, il Simposio è fresco e possiede sempre il fiore della gioventù, e appunto su chi è giovane, di preferenza, si impone, come la musica, prima di ogni riflessione” (cit. Giorgio Colli).

Il Simposio è la narrazione di una narrazione di un evento, che può essere in qualche modo avvenuto ma che è stato, quasi sicuramente, reinventato dal grande filosofo, al fine di trasmettere messaggi assai ricchi e per molti aspetti ancora oggi rivoluzionari.

Molti studiosi hanno spesso ripetuto che il Simposio si presenta come uno scritto che sale a gradi alla verità, quasi che i personaggi, nell’ordine in cui vengono presentati, portino sempre più vicino al pensiero di Platone, ma se questo, per un verso è vero, per un altro verso trae in inganno.

Alcuni di questi personaggi esprimono non solo e non tanto ciò che si avvicina al pensiero di Platone, ma ciò da cui ci si deve allontanare, se si vuol guadagnare il pensiero di Platone.

Platone con una straordinaria inventiva drammaturgica e poetica, utilizza infatti questi personaggi come maschere, che esprimono sì personaggi singoli, ma soprattutto correnti di pensiero dell’epoca di Socrate e Platone.

Fedro, è simbolo di quel tipo di uomini che sanno ben più provocare discorsi che non farli essi stessi (i convitati, nel fare l’elogio di Eros, prendono proprio spunto da un suo rilievo, secondo cui i poeti hanno cantato molti dei ma non Eros).

Pausania è la maschera del retore-politico che parla con grandi abilità doxastiche ed esprime proprio quel pensiero che Platone intende rovesciare.

Erissimaco esprime invece quel pensiero che per Platone va trasceso, il personaggio del medico greco assai colto e ispirantesi ai filosofi naturalistici.

Aristofane è la maschera della musa della commedia ed è utilizzata da Platone per esprimere alcune delle idee chiave delle sue dottrine non scritte: il filosofo gli fa presentare in forma di immagini, che solo sulla bocca di un commediografo potevano essere significative e apprezzabili, la sua dottrina dell’Uno e della Diade, che tanti dissensi e tante critiche aveva suscitato.

Agatone è la maschera della musa della tragedia ed è presentata come espressione tipica del poeta che sa parlare molto bene, ma, con le sue pur belle immagini e parole, non sa arrivare al dunque, ossia all’essenza delle cose.

Socrate è l’incarnazione del filosofo che però, nell’opera, non parlerà in prima persona di Eros, ma prenderà la maschera di Diotima, sacerdotessa indovina di Mantinea. Tale sacerdotessa pare non sia mai esistita e comunque non risulta essere un personaggio noto; da qui l’ipotesi che, nella statura in cui è presentata, sia proprio una creazione di Platone per rivelare le verità ultimative sull’amore e per dare quel carattere ieratico al suo discorso.

Alcibiade incarna il personaggio del giovane che ha grandi doti, ma che è incapace di ascoltare per trarre quelle conseguenze che sarebbe utile trarre nella vita. (cit. Giovanni Reale).

“L’immortalità è uno dei temi del Simposio, e come immortale -lo troviamo affermato nell’opera-, diventa colui che lascia dietro di sé una sua creatura, così lo è diventato Platone con questa sua opera.

A noi non interessa analizzare i vari discorsi filosofici del Simposio, stabilirne una gerarchia, una dialettica concettuale o altro; quello che ci interessa, è dimostrare che è possibile, perché qui è avvenuto, l’incontro di uomini che si scoprono uniti, non da un’attività comune o da una certa affinità caratteriale, ma da una qualità dell’anima (la grandezza forse?). Qui il filosofo, il poeta, lo scienziato, il politico, il commediografo, si capiscono perché non hanno barriere tra di loro, perché la loro società è degli “eccellenti”. E le cose che essi dicono, non sono discorsi filosofici, ma semplicemente prospettive diverse, secondo l’originalità dei vari individui, che si aprono però su di un unico oggetto, o meglio, su di un’esperienza comune: l’amore.

L’eros (o amore) è il connettivo, l’atmosfera, di questo ambiente; la bellezza è l’oggetto e l’eccellenza è la bellezza vissuta non nella solitudine, ma nella vita in comune. Tuttavia, l’idea del bello, quale è spiegata nei manuali scolastici, a volte fa sbadigliare gli studenti; ecco, noi siamo convinti che alcuni di questi non sbadiglierebbero più se sapessero di avere, essi stessi, in qualche momento della loro giovane esistenza, intravisto, almeno da lontano, e senza l’uso di sostanze psicotrope, questo colore dell’estasi che è il bello in sé” (cit.Giorgio Colli).

Questo dunque il nostro intento, offrire con questo spettacolo uno strumento complementare che produca emozioni, per così dire, didattiche, capaci cioè di far meglio assaporare il gusto dello studio della filosofia.

Nel nostro spettacolo non è stato possibile dar voce a tutti i personaggi del Simposio ma abbiamo cercato, comunque, di accennarne il pensiero o le caratteristiche principali.

Ampio spazio abbiamo dedicato ad Agatone, Socrate, Aristofane, ma anche a Fedro e a Pausania.

Noi proponiamo una riduzione ed una drammatizzazione del testo di Platone con l’intento di renderlo fruibile ed illuminante per il nostro giovane pubblico.

info: Angela Lombardi 06 33624641- 347 1777800- 376 1236655   - lombardi.teatro@gmail.com